Tecniche terapeutiche basate sulla Mindfulness

Prendendo spunto da Jon Kabat-Zinn, professore di medicina presso la University of Massachusetts e uno dei pionieri di questo tipo di approccio, possiamo definire la Mindfulness come un particolare modo di “prestare attenzione”:

  1. Intenzionalmente
  2. Al momento presente
  3. In modo non giudicante

La mindfulness trova le sue radici nel buddhismo, in particolare nella pratica della meditazione; tuttavia, in questo caso, si cerca di proporre una pratica meditativa alla portata di tutti, adatta ad essere praticata e coltivata in contesti di vita quotidiana. La mindfulness non è una tecnica di rilassamento, e la pratica della meditazione non è da intendersi come la ricerca di una forma di trance o come un modo per evadere dalla realtà; al contrario, uno degli obiettivi è proprio quello di imparare a diventare più consapevoli di ciò che stiamo vivendo nel qui ed ora.

Ma a cosa serve tutto ciò?

Consapevolezza vs Pilota automatico

Quanto volte ci rendiamo conto di aver lasciato che la nostra mente prendesse il largo (“*Scusa, puoi ripetere l’ultima cosa che hai detto? Ero sovrappensiero..*”) o ci siamo accorti conto di non riuscire a goderci appieno un bel momento a causa dei pensieri su tutte le cose che dobbiamo fare?

Se ci fermiamo a riflettere un momento, arriveremo alla conclusione che molto spesso portiamo avanti delle attività senza esserne realmente consapevoli, come quando siamo al voltante della nostra macchina. Non c’è nulla di sbagliato in tutto ciò, semplicemente la nostra mente funziona in questo modo: inizialmente, quando dobbiamo apprendere una nuova abilità, è necessario focalizzare su di essa tutta la nostra attenzione e le risorse mentali che abbiamo a disposizione; tuttavia, con il tempo, diventiamo più abili, e gradualmente la quantità di risorse che è necessario investire diminuisce: significa che questa abilità è entrata a far parte della nostra memoria procedurale o, in altre parole, è diventata automatica.

Ciò può estendersi a tantissime circostanze della nostra vita, creando “automatismi di pensiero” che in alcune situazioni possono finire per ostacolarci, poiché ci portano ad affrontarle sempre nello stesso modo.

All’estremo opposto di quello che può essere utile immaginare come un continuum, troviamo la Consapevolezza del momento presente: diventare più consapevoli dei nostri pensieri, delle nostre emozioni delle nostre sensazioni fisiche potrebbe essere la strada per aprirci nuove possibilità: perché ricorrere sempre ai vecchi schemi che ci hanno messo in difficoltà se possiamo scegliere come agire?

Attraverso una serie di esercizi (basati sulla pratica della meditazione) che possono essere svolti nella stanza di terapia e perfezionati attraverso la pratica quotidiana, è possibile imparare a diventare più consapevoli di dove si posa la nostra attenzione, e riuscire a spostarne ripetutamente ed intenzionalmente il focus. In questo modo potremo rispondere alle situazioni che abitualmente ci mettono in difficoltà operando una scelta anziché reagire in modo passivo seguendo il Pilota automatico.

Utilità nella pratica clinica

Le tecniche terapeutiche basate sulla mindfulness sono particolarmente utili nella gestione dello stress e nel trattamento di tutti i disturbi caratterizzati da modalità di pensiero ricorsive (rimuginio e ruminazione), che tendono a portare la nostra attenzione verso esperienze passate o eventi che ancora devono accadere, distogliendola dal momento presente. Praticando la consapevolezza, possiamo decidere di ritornare intenzionalmente nel qui e ora, distogliendo l’attenzione dal flusso dei pensieri intrusivi che viaggiano all’interno della nostra mente.