Terapia Cognitivo Comportamentale

La Terapia Cognitivo Comportamentale, spesso definita con l’acronimo anglosassone CBT (Cognitive- Behavioral Therapy) nasce negli anni Settanta del secolo scorso dallo sforzo di Aaron Tim Beck, terapeuta di formazione psicoanalitica, desideroso di mettere a punto un approccio innovativo, efficace e pragmatico per la cura della depressione. In realtà, Beck non partì completamente da zero, ma prese spunto dalle teorie del collega Albert Ellis, anch’egli terapeuta di formazione psicoanalitica, che intorno agli anni’60 sviluppò un nuovo approccio, focalizzato su pensieri ed emozioni. La CBT, nella sua prima formulazione, si caratterizzò per due scopi principali:

  1. Individuare interventi mirati a modificare sia i sintomi nucleari della depressione che i meccanismi psicopatologici alla base del disturbo (che Beck individuò in modi di pensare o credenze irrazionali, rigide e negative; ad es. “Andrà tutto male..” “Sono un fallito..”);

  2. Misurare in maniera scientifica e rigorosa gli effetti den trattamento sulla sintomatologia depressiva, attraverso l’utilizzo di uno specifico strumento psicodiagnostico (utilizzato ancora oggi) che prese il nome di Beck Depression Inventory, in onore del suo inventore.

Negli anni, diversi gruppi di ricerca si sono impegnati nei trials clinici per testare l’efficacia di questo approccio nel trattamento del vasto panorama dei disturbi psicopatologici (Ansia, Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo da Stress post Traumatico, Ipocondria, Disturbi dell’Umore, Disturbi dell’Alimentazione), arrivando a risultati analoghi a quelli ottenuti da Beck per la depressione. Ciò ha sancito il definitivo successo della terapia cognitiva.

Entro la fine degli anni Novanta, la CBT era diventa la terapia di prima scelta per molti di questi disturbi (di grado lieve e moderato), e, integrata dalla terapia farmacologica, anche per svariati disturbi di grado grave. La Terapia Cognitivo Comportamentale si è, così, progressivamente proposta come forma di trattamento psicologico breve, strutturato, mirato alla risoluzione della sintomatologia psicopatologica presentata dai pazienti e supportata da prove di efficacia empiricamente controllate, derivate da studi clinici rigorosi.

Dagli anni 2000 ad oggi, il mondo della psicologia clinica ha assistito ad un’ulteriore evoluzione della CBT, conosciuta come “terza ondata”: ciò ha portato alla definizione di nuovi interventi terapeutici e modelli teorici che mettono maggiormente a fuoco i processi di pensiero e il funzionamento metacognitivo (aspetti che saranno chiariti nei paragrafi successivi), rispetto ai contenuti di pensiero (uno dei target principali dell’approccio CBT). Questi nuovi approcci, tra cui troviamo, ad esempio, le terapie basate sulla mindfulness, l’ACT (Acceptance and Committment Therapy) e la MCT (Metacognitive Therapy), mirano a migliorare ulteriormente l’efficacia della CBT e ad allargare la sua applicabilità all’interno del panorama sempre in evoluzione della psicopatologia.