Terapia metacognitiva (MCT)

Prima di elencare brevemente i principi cardine di questo approccio di terza ondata, è bene chiarire cosa si intenda per metacognizione: si tratta del pensiero applicato al pensiero; ogni volta che monitoriamo, controlliamo e valutiamo ciò che sta accadendo nella nostra mente, stiamo utilizzando la metacognizione. La terapia metacognitiva (Metacognitive Therapy, MCT), fondata da Adrian Wells, professore di psicopatologia Clinica e Sperimentale all’Università di Manchester, si basa sul presupposto che la responsabilità della presenza di un disagio di origine psicologica non risieda tanto nel contenuto dei pensieri, ma nel “modo” in cui pensiamo agli eventi, a noi stessi e ai nostri stessi pensieri. Semplificando, il focus della terapia si sposta dal contenuto dei pensieri ai processi metacognitivi, che danno vita a stili di pensiero maladattivi e difficili da controllare.

Rimuginio e ruminazione

Si tratta delle due principali forme di pensiero ripetitivo che l’approccio metacognitivo mira ad interrompere; analizziamoli più nel dettaglio:

  • Rimuginio: stile di pensiero ricorsivo focalizzato su contenuti negativi ed orientato al futuro; non a caso in inglese viene anche definito “Worry” (preoccupazione); Ad es.: “…e se accadesse qualcosa di brutto?” “..e se non fossi in grado di gestire al situazione?”
  • Ruminazione: stile di pensiero più analitico, riflessivo orientato al presente e al passato; Ad es.: “Perché mi è capitato questo? Perché sto così male?”

Il rimuginio tende ad analizzare tutti gli scenari futuri, nel tentativo (purtroppo infruttuoso) di prepararsi ad ogni possibile imprevisto, mentre la ruminazione ci porta ad analizzare la nostra sofferenza o eventi del passato che non riusciamo a dimenticare o fatichiamo ad accettare. I punti in comune tra queste due forme di pensiero sono due:

  • Entrambe ci mantengono agganciati alla sofferenza, nonché al pensiero negativo di partenza (il percorso terapeutico insegna un’abilità fondamentale, che consiste nel discriminare tra il “pensiero iniziale” e le catene di pensieri che si sviluppano in un secondo tempo)
  • L’emozione dolorosa connessa con il primo pensiero negativo finiscono per essere amplificate da rimuginio e rimunazione.

Ma cosa accadrebbe se riuscissimo ad interromperle o ridurre i pensieri ricorsivi? Quale sarebbe l’effetto sul nostro umore e sulla nostra qualità di vita? Queste sono solo alcune delle domande tipiche che guidano un intervento basato sui principi cardine della MCT.

Nel corso della nostra vita, impariamo diverse strategie per gestire pensieri e credenze negative: in molti casi, infatti, i pensieri poco piacevoli provocano un disagio solo transitorio. È utile immaginare la nostra mente come un fiume: ogni giorno essa è attraversata da una quantità incalcolabile di pensieri positivi, negativi, o semplicemente neutri. Ma quanti e quali di questi pensieri saremmo in grado di riportare su un foglio alla fine della giornata? La risposta è contenuta in un’ulteriore domanda: quali sono i pensieri su cui ci siamo maggiormente soffermati nel corso di questa giornata?

Secondo l’approccio metacognitivo, alcune persone tendono a rimanere imprigionate nel vortice della sofferenza emotiva perché la loro metacognzione, in risposta al passaggio di alcuni pensieri nel quitidiano flusso della mente, risponde in un modo particolare, che tende a mantenerli vivi e rinforzarli. Questa particolare modalità di risposta si chiama Sindrome Cognitivo-Attentiva (Cognitive Attentional Syndrome, CAS) e si manifesta attraverso fenomeni di preoccupazione (rimuginio), ruminazione, focalizzazione dell’attenzione su particolari contenuti mentali nel tentativo di controllarli o scacciarli. L’obiettivo di un intervento basato sui principi della MCT sarà, quindi, quello di aiutare i pazienti a diventare più consapevoli dei loro processi mentali e sviluppare strategie di risposta ai pensieri negativi e disturbanti differenti e più funzionali rispetto al CAS. Tornando alla metafora del fiume, non possiamo sapere in anticipo cosa ci porterà la corrente, ma possiamo sempre scegliere se aggrapparci a queste cose o lasciarle andare.